In questa guida spieghiamo come diventare archivista e vediamo cosa fa e quanto guadagna un archivista.
In una società che scappa via veloce e che lascia dietro solo macerie, per via del digitale che tutto consuma e tutto avvolge, esistono mestieri vecchi che ancora resistono e che, nonostante si pieghino ogni tanto alle logiche dello stesso digitale, ancora oggi durano imperterriti e si aggrappano alle vecchie tradizioni. Questo per permetterci di conservare la nostra memoria storica, i documenti che parlano di come eravamo, e quelli che raccontano la stessa storia che i più giovani nemmeno conoscono, anche se accaduta pochi decenni fa. Questo, in pratica, è il preziosissimo lavoro dell’archivista, anche se si tratta solo di un breve spaccato dei suoi compiti e della sua importanza.
Indice
Cosa Fa l’Archivista
L’archivista è una figura che ha a che fare con la conservazione ed il riordino dei documenti di una certa importanza storica, culturale o aziendale. Facciamo prima a spiegarti chi non è l’archivista, anche se potresti pensarlo, l’archivista non è un bibliotecario, non è un custode di libri, non è un collezionista e non si occupa necessariamente di libri antichi. Ma di libri che risultano preziosi per qualcuno, o per qualcosa. Questo significa che questo professionista potrebbe operare per un ente pubblico o per un ente privato, per un’azienda, per un’associazione, per un consorzio, per un’istituzione e persino per una o più famiglie. C’è un altro aspetto importantissimo da considerare, l’archivista è anche colui che stabilisce un certo ordine logico, che sa come mettere a disposizione il materiale per una consultazione veloce e intelligente, e che sa spiegare all’interessato come reperire ciò che sta cercando.
L’archivista archivia, il che significa tutto e niente. I compiti dell’archivista sono talmente vasti da essere molto difficili da riassumere, in quanto ruotano intorno al grande protagonista del suo lavoro, dunque tutto ciò che concerne l’archivio, dalla tenuta in ordine alla consultazione altrui. Per iniziare, l’archivista crea di fatto l’archivio, dunque opera seguendo una certa linea guida imposta dal datore di lavoro, che può essere un’azienda, ma anche il Ministero dei Beni Culturali, per fare un esempio, e dal materiale disposto in modo confusionario realizza un archivio di documenti sistemati e organizzati secondo logica. Durante questa fase, l’archivista non si limita a conservare, nonostante sia per natura un professionista tendente alla conservazione, quando crea un archivio è anche costretto a selezionare. Il che significa stabilire quali documenti o testimonianze sono coerenti con l’archivio, e quali invece devono essere scartati. Tutta questa operazione deve essere sempre effettuata tenendo a mente le esigenze del cliente, che dovrà essere in grado di consultare l’archivio in modo rapido e indolore, senza dover annegare fra le scartoffie. Da aggiungere che l’archivista non compie mai un lavoro di interpretazione delle fonti, dato che è il datore di lavoro a dare tutte le indicazioni per farlo.
Ma i compiti dell’archivista sono tanti altri, per esempio, dopo l’avvenuta consultazione è lui che deve riordinare il caos lasciato dalle persone che hanno tirato fuori più documenti, ed è lui a dover fornire l’inventario, dunque l’indice analitico che rappresenta la traccia dell’archivio e che deve consentire al datore di lavoro di sapere che il suddetto contiene tutto quello che dovrebbe contenere. L’archivista si occupa anche della conservazione del materiale storico e culturale soggetto a disfacimento, se ne occupa personalmente, ma coordina anche gli specialisti nel restauro, qualora si rendesse necessario un loro intervento. Inoltre, l’archivista è anche un esperto della privacy, conosce tutte le normative relative al diritto di accesso alle informazioni, ma sa anche chi e cosa può accedere a certi documenti e chi non può farlo.
Il suo è anche un lavoro di ottimizzazione degli spazi, dato un certo spazio fisico, ed una certa quantità di documenti da archiviare, l’archivista crea un archivio che sia logico e che sia anche coerente con la metratura a disposizione, rendendo dunque l’ambiente consultabile con facilità. Infine, durante la fase di archiviazione questo professionista stabilisce dei criteri, o li prende dal datore di lavoro, e opera secondo questi, un archivista di beni storici, per esempio, ordina i libri per categoria temporale e di genere, mentre un archivista aziendale conserva le pratiche secondo criteri del tutto diversi.
Concludiamo con altri compiti appartenenti all’archivista, come per esempio la movimentazione del materiale, che necessita di essere pulito dalla polvere che si accumula nel tempo, oppure la compilazione, la schedatura ed i censimenti dei nuovi documenti che arrivano in archivio. L’archivista si occupa anche delle etichette e dell’incamiciatura del materiale. Infine, nel caso di archivi di consultazione pubblica, l’archivista si occupa anche della fase di pubblicità, gestendo i rapporti con le persone che vengono in visita e organizzando gli eventi promozionali.
Come Diventare Archivista
Il percorso didattico per diventare archivisti è cambiato negli ultimi anni. Prima, infatti, l’unico titolo richiesto al candidato era un diploma di archivistica conseguito presso gli istituti specializzanti, oggi, invece, quasi sempre viene richiesta una laurea in Beni Archivistici, in Conservazione di beni storici e culturali, ed in altri corsi di laurea facenti parte della classe L-1. Alla laurea triennale, poi, si aggiunge quella specialistica, in questo caso, il corso di studi può per esempio approfondire la storia dell’arte, la storia del cinema, la storia, la letteratura e dunque tutti quegli argomenti che daranno all’archivista una profonda cultura relativa ai documenti dei quali dovrà occuparsi. A seguire, ovviamente, il master, in questo caso esistono delle scuole specifiche pensate per l’archivistica, indette dagli stessi Archivi di Stato. Attenzione, però, come ti abbiamo accennato nell’introduzione, oggi l’archivistica ha dovuto necessariamente fondersi con il digitale. Questo significa che il suddetto professionista deve anche possedere competenze informatiche di base per quanto concerne l’utilizzo dei software di archivio, si tratta di una competenza nota come earchivistica, archivistica elettronica, e anche in questo caso si rende necessaria la frequentazione di corsi appositi.
Infine, da specificare il fatto che per ottenere il patentino di archivisti è anche necessario affrontare un esame nel caso si sia scelto di frequentare una scuola apposita. Questo esame è suddiviso in due prove scritte e in una prova orale, al superamento delle quali sarà rilasciato un attestato. Come detto, però, ciò che fa la differenza è la specializzazione, più il percorso di studi si fa intenso con laurea e master, più il candidato ha l’opportunità di trovare un posto di lavoro di rilievo. Soprattutto quando si sceglie di lavorare nel settore pubblico, e dunque si rende necessario il superamento di concorsi molto agguerriti.
Quanto Guadagna un Tecnico del Suono
Stabilire quanto guadagna un archivista nel settore del privato è praticamente impossibile, anche perché spesso queste figure lavorano come liberi professionistio fanno parte di studi che si occupano appunto di questa professione. Nel campo del pubblico, invece, è molto più semplice definire la remunerazione di un archivista. Questo perché son previsti dei ruoli in base alla carriera e all’esperienza, abbiamo l’archivista di stato, C1, l’archivista direttore, C2, e l’archivista direttore coordinatore, C3. In base al ruolo, gli stipendi annui possono andare da 20000 euro a 40000 euro. Va comunque specificato che la maggioranza degli archivisti non guadagna oltre i 30000 euro, una cifra comunque di tutto rispetto.