In questa guida spieghiamo come diventare consulente del lavoro e vediamo cosa fa e quanto guadagna un consulente del lavoro.
Oggi organizzare in modo completo un’impresa è una vera e propria necessità per aggirare la crisi economica e per creare un’attività in grado di generare un profitto. Nonostante tutte le difficoltà di un periodo storico così particolare, va comunque detto che è lo stesso Stato che in questo momento sta cercando di favorire lo sviluppo delle imprese, così da potere migliorare il proprio tessuto economico e renderlo competitivo nei confronti degli altri paesi europei più industrializzati. Da questo punto di vista, dunque, oggi è paradossalmente più semplice avviare un’impresa. Esistono però alcuni aspetti legali e burocratici che quasi mai appartengono al bagaglio di conoscenze di un imprenditore, e che dunque necessitano l’intervento di un professionista. Parliamo del consulente del lavoro, un esperto che opera come un vero e proprio consulente esterno e che si occupa dei rapporti che intercorrono tra l’azienda, i propri dipendenti e ovviamente le istituzioni ed i sindacati.
Il consulente del lavoro è un libero professionista che, di solito, ha un proprio studio privato o lavora all’interno dello studio di un commercialista. Si tratta di una figura che in Italia è presente da diversi decenni, e che si rivela essere fondamentale per il corretto funzionamento dei meccanismi di un’azienda. Il consulente del lavoro solleva l’impresa dal doversi occupare direttamente di tutti gli aspetti burocratici e contrattuali riguardanti i propri dipendenti, un elemento molto importante, visto che questi aspetti richiedono conoscenze specifiche che le aziende di norma non posseggono. Prima di proseguire con la nostra guida sul consulente del lavoro, è importante che tu sappia quanto è utile questa figura, parliamo infatti di un professionista che si occupa dell’inquadramento del capitale umano di un’azienda, dunque un elemento decisivo per il corretto funzionamento degli ingranaggi di un business.
Indice
Cosa Fa il Consulente del Lavoro
Il consulente del lavoro si occupa della gestione di ogni singolo aspetto dell’inquadramento contrattuale di un dipendente in azienda, ma anche di altri aspetti come, per esempio, i rapporti con i sindacati e l’agenzia delle entrate e anche di una serie di aspetti riguardanti la contabilità e la fiscalità. Di fatto, si tratta di un tramite fondamentale, che agisce per conto dell’azienda, e che ha un ruolo da mediatore tra l’impresa e le istituzioni pubbliche, per quanto concerne la gestione burocratica dei dipendenti. Cerchiamo di scoprire nel dettaglio cosa fa un consulente del lavoro.
L’aspetto più importante di questa figura professionale è la definizione degli inquadramenti contrattuali dei lavoratori assunti dall’azienda, comprese le decisioni rispetto alle buste paga e la loro iscrizione presso gli istituti assicurativi e previdenziali. In altre parole, il consulente del lavoro è un esperto che applica alla lettera tutte le disposizioni previste dai CCNL, contratti collettivi nazionali di lavoro. Da ciò si evince che il consulente del lavoro ha principalmente una funzione burocratica e contabile.
Ma i suoi compiti non si limitano a questo, il consulente del lavoro fa anche da mediatore tra l’azienda ed i dipendenti, chiarendo ad entrambi i soggetti quali sono i diritti ed i doveri derivanti dal contratto in essere. Inoltre, è suo compito intervenire nel caso di dispute tra azienda e dipendente relative all’inquadramento contrattuale e alla sua eventuale violazione, dato che è il consulente del lavoro che gestisce i rapporti con i sindacati e con le aziende. Come se non bastasse, il consulente del lavoro può essere interpellato dallo stesso giudice durante contenziosi relativi ai contratti di lavoro. Infine, questa figura professionale è anche responsabile del libro paga, della redazione del CUD, del calcolo relativo ai contributi che l’azienda deve versare per conto del dipendente, e di tanti altri piccoli aspetti importanti per la corretta gestione di un rapporto di lavoro.
Come Diventare Consulente del Lavoro
Oggi diventare consulente del lavoro è più complesso rispetto ad una decina di anni fa, essendo questa figura diventata fondamentale per le aziende, soprattutto per via delle modifiche ai CCNL introdotte dalla legge. Il consulente del lavoro deve conoscere tutto in materia di inquadramenti contrattuali e di aspetti fiscali, dunque deve avere alle spalle una formazione specifica ed un titolo di studio pronto a dimostrarla. Se fino al 2007 bastavano i diplomi ed il praticantato, oggi è invece richiesto un titolo di studio specifico, come una laurea in economia, giurisprudenza o scienze politiche, seguite da una specialistica e da un periodo di praticantato di 24 mesi, indispensabile per potere richiedere l’iscrizione all’albo professionale dei consulenti del lavoro, preceduto da un esame di stato.
Ma la semplice laurea non basta. Un consulente del lavoro svolge un ruolo estremamente delicato anche da un punto di vista umano, alla luce del fatto che si trova nella posizione di dovere gestire i rapporti con i dipendenti. Inoltre, il consulente del lavoro deve essere sempre un professionista obiettivo, in grado di valutare oggettivamente diritti e doveri di dipendenti e aziende. Per quanto concerne il lato tecnico, il consulente del lavoro deve essere esperto in materia fiscale ed essere sempre aggiornato su novità e decreti, dunque non smette mai di studiare.
Quanto Guadagna un Consulente del Lavoro
Risulta essere davvero complesso fare una stima precisa su quanto guadagna un consulente del lavoro. Questo è dovuto al fatto che, trattandosi di un libero professionista, tutto dipende dalla sua esperienza e dal suo giro di clienti e di consulenze.
Volendo fare una stima generica, basandoci sui dati statistici diffusi dall’Enpacl, Cassa Previdenziale dei Consulenti del Lavoro, questo professionista guadagna circa 85000 euro lordi annui, che si riducono a circa 35000 o 40000 al netto delle spese e delle tasse.
A supporto di queste cifre giunge anche una recente indagine, secondo cui il fatturato medio annuo di un consulente del lavoro va dagli 88000 euro ai 90000 euro lordi. Da sottolineare, però, che questo conteggio non include eventuali rimborsi per le spese, che possono aumentare in quantità minima il guadagno annuo di un consulente del lavoro.
Va inoltre fatta un’ulteriore precisazione, spesso molte persone che si trovano a dovere compiere una scelta, si chiedono se guadagni di più un commercialista o un consulente del lavoro. Da questo punto di vista, la risposta è abbastanza chiara, i consulenti del lavoro bravi possono guadagnare più di un commercialista, soprattutto alla luce del fatto che la concorrenza è maggiore nella categoria dei commercialisti.