In questa guida spieghiamo come diventare consulente di direzione e vediamo cosa fa e quanto guadagna un consulente di direzione.
Non sempre le aziende riescono nell’obiettivo di fare impresa in modo proficuo, in realtà, visti i tempi di crisi economica, è abbastanza comune che un’azienda si ritrovi a dovere cambiare in corsa le proprie strategie commerciali o finanziarie. Quando qualcosa non va, o quando si richiedono drastici cambiamenti, non di rado la stessa direzione generale finisce per avvalersi della collaborazione di un consulente esterno. Quando ciò accade, la figura del consulente di direzione diviene quella che può cambiare di punto in bianco le sorti di un’impresa che versa in difficoltà, o che ha la necessità di operare un qualsiasi cambiamento.
Il consulente di direzione, o consulente del management, è una figura esterna che viene contattata da un’azienda per affiancarne il direttivo durante una fase di crisi economica o di cambiamento. In pratica, trattasi di un vero e proprio consulente esterno che interviene dove emerge la necessità di dare una svolta alla partita. Per questo motivo, nonostante non si tratti di una figura particolarmente complessa da comprendere, i suoi ruoli sono numerosi e dipendono sempre dalla situazione dell’azienda cliente. Prima di vedere cosa fa il consulente di direzione, però, occorre spendere qualche altra parola sulla sua figura. Non essendo ovviamente un dipendente dell’azienda, questo professionista può operare in due modi distinti, può essere un libero professionista con un proprio studio privato oppure lavorare all’interno di una società di management consulting. Questo caso è il più frequente, ma va sottolineato che molti consulenti di fama internazionale non hanno bisogno di lavorare in uno studio, perché sono ricercatissimi.
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Cosa Fa il Consulente di Direzione
Il consulente di direzione interviene in un momento particolare, affiancando la dirigenza per condurre per mano l’impresa. Da ciò si evince, come già sottolineato, che i compiti che appartengono al consulente del management sono davvero vasti e alle volte molto diversi. Ciò che non cambia mai è il seguente aspetto, il consulente di direzione non prende mai decisioni, ma le studia e le propone al direttivo. Non si sostituisce ovviamente a questo, dato che non ne ha i poteri. La sua è una figura di supporto, una sorta di seconda voce in capitolo, che opera cercando di instradare il management dell’azienda sui binari giusti. In altre parole, il consulente di direzione analizza gli asset aziendali e determina in che modo può essere migliorata e potenziata la direzione dell’impresa. Evidenzia ovviamente le pecche del management stesso, l’azienda potrebbe infatti avere grandi potenzialità, ma difettare proprio nel direttivo, magari poco aperto a soluzioni innovative, o poco capace nell’identificare certe necessità piuttosto di altre.
A questo proposito va aggiunta una cosa molto importante, non è la direzione generale che sceglie di essere affiancata da un consulente del management, ma la proprietà dell’azienda che impone questa scelta. Dunque, non di rado la presenza del consulente è una presenza scomoda, ed è normale che sia così, essendo un supervisore, ha un potere molto elevato. Ma occorre comunque ripetere che non può e non deve sostituirsi al management di un’azienda, deve semplicemente convincerli della bontà delle sue proposte. Che poi è anche un compito decisamente più arduo. Vediamo come si svolge nel concreto il suo lavoro. La prima cosa che il consulente fa, è confrontarsi con la direzione generale, può fare delle riunioni di gruppo, per un confronto aperto, ma può anche tenere dei colloqui singoli, per approfondire certi aspetti. Dopo passa alla fase concreta, analizza i bilanci delle società ed i vari comparti dell’impresa, e successivamente trae le sue conclusioni. In base a queste, progetta dei correttivi che in seguito propone al management. Poi scatta anche una fase di mediazione, in qualche modo, il consulente deve riuscire a non fare passare queste decisioni come qualcosa di imposto, ma di proposto.
Vediamo per quale motivo un direttivo con esperienza alle volte decennale, dovrebbe dare ascolto ad un consulente. Questo è un nodo molto complesso da sciogliere, e fondamentalmente è alla base del successo di questa figura. Il consulente del management, infatti, è preferibile che abbia occupato egli stesso, in passato, il ruolo di dirigente in un’azienda. Risulta essere ovviamente preferibile che abbia esperienze molto positive e fruttuose alle spalle. In assenza di questi due elementi, spesso non basta la mera teoria per fare riprendere un’impresa. Ecco spiegato perché i consulenti di direzione che valgono costano anche tanti soldi. Infine, non basta nemmeno sapere impostare una nuova strategia commerciale vincente, se non sa comunicare con gli altri, non saprà mai convincerli. Per questo il consulente del management è una figura ombra che tende, o dovrebbe tendere, a non sovrastare mai chi ha il potere di attuare le decisioni. Le sue armi, dunque, sono in sostanza due, l’arte di sapere convincere della bontà delle proprie decisioni comunicando, e ovviamente una spiccata propensione per il problem solving aziendale.
Come Diventare Consulente di Direzione
Diventare consulente di direzione non è una strada facile visto che prima di insegnare agli altri come si dirige un’impresa, un consulente del management valido dovrebbe impararlo con l’esperienza. Ma quello è un aspetto che viene più avanti. Il primo passo, infatti, è la laurea. Vanno bene sia quelle in economia aziendale che quelle in management. Poi, viene il turno del master, quello in gestione d’impresa è di fatto un passo obbligato per chi vuole abbracciare la professione di consulente di direzione. Non esistono albi e esami, nonostante sia una figura riconosciuta, non esistono ordini professionali. L’unica cosa che conta sono le capacità di gestione dell’impresa, e la bravura nel dimostrarlo. Va anche specificato che esistono degli altri corsi equivalenti ai master, ma più specifici, organizzati dall’Associazione Italiana Consulenti di Management. La strada poi è molto lunga, bisogna trovare lavoro in un’azienda, svolgere incarichi dirigenziali, accumulare un grande bagaglio di esperienze e poi decidere di mettersi in proprio come consulente, o cercare di aderire ad una società che si occupa di questo. Non è un lavoro per tutti, insomma.
Quanto Guadagna un Consulente di Direzione
Come spesso accade per quelle professioni che galleggiano tra studi privati e libera professione, è molto difficile stilare una remunerazione media attendibile per un consulente di direzione. Tutto dipende dalla sua esperienza e dal suo bagaglio di conoscenze, ma anche dalla modalità di lavoro che ha scelto. Per esempio, chi lavora nelle società apposite generalmente percepisce una media di 4.000 euro al mese, ma solo se è nel settore già da alcuni anni. Per i neolaureati che si affacciano per la prima volta in questo mondo, invece, si parla di circa 2.000 o 2.200 euro al mese, davvero tanto, rispetto alle medie di altre professioni legate al management. Non a caso, al momento questa è una figura che ha tantissimo mercato, questo giustifica i costi. Infine, per i liberi professionisti è impossibile determinare cifre. I consulenti di direzione di alto livello possono anche guadagnare più di 10.000 euro al mese.