In questa guida spieghiamo come diventare energy manager e vediamo cosa fa e quanto guadagna un energy manager.
In un momento di particolare attenzione all’ambiente, non sono poche le aziende che hanno scelto la via del green per due precise ragioni, farsi promotrici di una logica votata al risparmio delle risorse e alla minimizzazione degli sprechi, e ovviamente andare a raggiungere una nicchia di consumatori sempre più attenta a questo aspetto e che, dunque, preferisce acquistare prodotti o servizi da un’impresa che li eroga o li produce consapevolmente. Per questo motivo stanno emergendo una serie di figure professionali direttamente correlate a questo nuovo mercato e che vengono indicate come green job, l’energy manager fa parte di questa cerchia di nuove professioni, destinate ad un sicuro successo.
L’energy manager è, letteralmente parlando, il manager dell’energia, dunque il responsabile di come l’energia viene utilizzata all’interno di un’azienda, di un ente pubblico o in una particolare zona del territorio. Nonostante l’etichetta di manager, però, va comunque sottolineato un fattore molto importante, il gestore dell’energia non ha potere decisionale, dato che il suo compito è analizzare i consumi e l’utilizzo che si sta facendo delle risorse energetiche, per poi stabilire delle strategie di intervento per abbattere i consumi oppure ottimizzarli. Ma non può prendere decisioni operative, il risultato del suo lavoro, che è più che altro assimilabile ad una consulenza, viene poi preso da chi di dovere, analizzato e studiato ulteriormente, e in seguito applicato o meno dai rispettivi responsabili del direttivo.
In sostanza, l’energy manager è un vero e proprio esperto di tutto quello che concerne il settore dell’energia e dell’uso che ne viene fatto in svariati comparti. Per esempio, il responsabile dell’energia può operare sia in enti pubblici che in aziende, in campi molto diversi come il terziario, l’industria, i trasporti, l’artigianato e ovviamente il commerciale. Tra le altre cose, si tratta di una figura ufficialmente riconosciuta, anche se recente, e dunque questo assicura un’affidabilità altrimenti impossibile da dimostrare. Va anche sottolineato che l’assunzione o la consulenza di un energy manager è oggi obbligatoria per legge per tutti quegli enti o aziende che, in base al settore in cui operano, superano una certa soglia di consumi, 1000 tonnellate annue di petrolio o 10000 tonnellate per chi opera nei settori industriali.
Indice
Cosa Fa l’Energy Manager
L’energy manager ha uno scopo preciso, analizzare i consumi energetici di un ente o di un’azienda, studiare e poi proporre un piano per razionalizzarli. In parole povere, le sue azioni sono mirate al risparmio economico e ovviamente al risparmio energetico, due fattori in grado di fare la differenza tra un’impresa in rosso ed un’impresa doppiamente virtuosa. Come già anticipato nell’introduzione, il manager dell’energia è anche in qualche modo responsabile dell’attrazione di un marchio, se un’azienda si comporta in modo ecosostenibile, può raggiungere una nicchia particolarmente ricca di consumatori attenti all’ambiente, dunque espandere il proprio business aumentando le vendite e di conseguenza il valore del marchio.
Purtroppo, però, non è affatto facile raccontare di cosa si occupa un energy manager, posto che i suoi compiti principali riguardano la razionalizzazione del consumo di energia e la preparazione di un piano da proporre all’azienda per ottenere questo risultato, va anche detto che esistono diverse attività collaterali. Per esempio, l’energy manager potrebbe anche essere protagonista di campagne di sensibilizzazione relative al consumo coscienzioso delle risorse energetiche. Oppure essere la figura adibita al controllo di una determinata politica ambientale che l’azienda o l’ente vorrebbe applicare su un determinato territorio.
Come dicevamo, però, essendo una figura piuttosto giovane manca ancora un elenco ufficiale dei suoi compiti, questo non sempre è stato un bene, dato che in alcuni casi le qualità e le competenze dell’energy manager vengono oscurate dal fatto che non lavora sul campo, ma relegato in un ufficio. In questo caso spesso il manager dell’energia finisce per diventare un semplice manutentore degli impianti, con conseguenti ricadute a livello di autorità professionale. Di contro, un manager dell’energia può anche occupare un ruolo di rilievo all’interno dell’organigramma aziendale, entrando a fare parte del direttivo e dunque assumendo maggiori responsabilità e di riflesso gratificazioni. Per concludere, sono anche altri i compiti che dovrà gestire un energy manager, potrebbe per esempio dovere gestire il budget per l’efficientamento energetico di un edificio, o progettare impianti che siano ecosostenibili e votati al risparmio energetico. Inoltre deve ovviamente preparare i bilanci e i dati energetici che l’azienda deve obbligatoriamente presentare per legge. Infine, non è escluso che nei prossimi anni questa figura cambierà e finirà per avere ulteriori compiti e responsabilità.
Come Diventare Energy Manager
L’energy manager, per potere essere considerato tale, deve percorrere un determinato percorso formativo e successivamente ottenere la certificazione, così da potersi iscrivere presso il FIRE, Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia, un vero e proprio elenco di professionisti abilitati.
Vediamo come arrivare con successo a questo passo. Per iniziare, la laurea, nonostante non sia obbligatoria, è comunque molto consigliata se si vuole ambire ad incarichi di prestigio. Da questo punto di vista, il percorso prevede una laurea solitamente in ingegneria, e specializzazioni come per esempio ingegneria energetica, successivamente alla laurea, è consigliata l’iscrizione ad un master come quello in management dell’ambiente e dell’energia. Poi l’ultimo passo è paradossalmente il più semplice, ottenere una certificazione seguendo un corso specifico proposto dall’Enea in collaborazione con il FIRE, della durata di circa 40 ore e che di solito termina entro una settimana. Infine, da sottolineare il fatto che si può accedere ai corsi anche con un diploma tecnico, ma comunque le prospettive di carriera e di remunerazione in questo caso non sono paragonabili a chi ha investito in una laurea e successivamente in un master specialistico.
Quanto Guadagna un Energy Managger
Va specificato che la remunerazione dell’energy manager dipende dall’ente o dall’azienda presso il quale lavora. Può cambiare, per esempio, per chi trova un impiego in università o in altri enti pubblici, o per chi va a lavorare per grosse aziende impegnate nell’industria o nel commercio. Si può persino trovare lavoro presso settori come il trasporto. Inoltre, un energy manager può svolgere la propria professione come dipendente oppure come libero professionista, dunque fornendo consulenze energetiche o seguendo progetti specifici.
Secondo le stime e le rilevazioni condotte dal FIRE, mediamente un manager dell’energia ottiene una remunerazione annua che va da 30000 euro a 60000 euro, in base ovviamente agli anni di esperienza, si trattano di cifre davvero interessanti, anche se nel campo dei green job di questa portata ci sono anche figure che arrivano a circa 90.000 euro annui. Anche se in Italia, come abbiamo già detto, raramente un energy manager diventa un dirigente, chi è riuscito a coronare così il proprio percorso professionale oggi guadagna da 100.000 a 150.000 euro, parliamo ovviamente di situazioni rare e particolari, ma l’augurio è che un domani l’energy manager possa crescere ulteriormente anche come considerazione e dunque come remunerazione.